Perché fare arte
Ma in che modo l’arteterapia, e cioè il fare arte (e non il rapportarsi ad un prodotto artistico), può diventare momento di cura e terapia?
Ci sono una serie di caratteristiche intrinseche al fare arte che rendono l’impegnarsi in questa attività di per sé terapeutica. È stato dimostrato che quando una persona è immersa in un’attività creativa riceve una serie di sollecitazioni a livello fisico, intellettuale ed emozionale che portano a mutamenti organici e psicologici che favoriscono i processi di guarigione, mente e corpo infatti vengono integrati, emisfero destro e sinistro del cervello si riequilibrano a fronte dell’attuale tendenza a privilegiare la sfera logico-formale.
L’arte è in grado di trasformare il dolore psichico in segno dell’umano, in simbolo di una soggettività collettiva, in cui ci si può rispecchiare. É accaduto così con l’opera di Munch, campione di una gamma infinita di possibilità di fruizione universale di ciò che ha origine nelle più nascoste e dolorose lacerazioni dell’Io. L’arte agisce sul sentimento, non può quindi prescindere da esso.